La falsa malattia o malattia simulata è la situazione che si configura quando un lavoratore finge di stare male per non recarsi a lavoro. In questi casi può scattare il licenziamento immediato con ulteriori rischi penali e sanzioni a carico del “furbetto” di cui parleremo in questo approfondimento.
Malattie simulate e permessi: aumenti con il Green Pass
Per affrontare questo delicato argomento ci siamo rivolti a questo investigatore privato di Roma ingaggiato per falsi permessi di lavoro molto di frequente. Come ci ha spiegato le indagini investigative che riguardano i cosiddetti “furbetti” sono all’ordine del giorno perché la falsa malattia è una vera e propria piaga a danno dell’INPS e dei lavoratori onesti.
La faccenda si è inasprita con l’obbligo del Green Pass, certificato obbligatorio per entrare sul posto di lavoro che ha spaccato in due il Paese tra favorevoli e contrari. Una gran parte di lavoratori non in possesso del Certificato Verde hanno preferito dichiararsi malati piuttosto che conformarsi all’obbligo così che si è registrata un’impennata del 15% di certificati di malattia a seguito del 18 ottobre 2021.
I certificati medici inoltrati sono saliti ulteriormente i giorni successivi ma è chiaro che questi dati non ci autorizzano a sostenere che tra i dipendenti dati per malati tutti siano stati disonesti. In ogni caso siamo certi di poter affermare che quella delle false malattie è una piaga del mondo del lavoro che attanaglia datori di lavoro e casse previdenziali ma anche collaboratori costretti a lavorare per due per sopperire all’assenza dei furbetti.
La falsa malattia è una truffa penale
A dire il vero non tutti sanno che la falsa malattia sia una truffa vera e propria ai danni dell’INPS e, quindi, dello stato. Chi viene beccato non solo viene licenziato ma rischia un procedimento penale per il quale dovrà necessariamente rimborsare quanto illecitamente percepito a seguito dell’assenza.
È importante precisare che anche un solo giorno di malattia falsa può causare tali conseguenze per cui ci sentiamo vivamente di sconsigliare questa pratica. Non solo. Il discorso si estende anche ai datori di lavoro che incoraggiano i collaboratori a mettersi in malattia anziché prendersi le ferie perché nel primo caso sarà l’INPS a pagare.
Perché chiamare l’investigatore privato
In ogni caso quando l’investigatore privato viene ingaggiato per chiarire il comportamento del lavoratore in falsa malattia, egli dovrà procedere nei limiti previsti dalla legge per tali investigazioni e produrre un apposito dossier utile per il licenziamento.
La falsa malattia, infatti, determina la violazione degli obblighi di correttezza e buonafede derivanti dal contratto ma è applicabile diversamente a seconda della condotta del lavoratore. Può anche capitare che il dipendente prenda la malattia per assistere un familiare così come decisa di richiedere un permesso per sottoporsi ad un trattamento o ad una visita medica.
Diverso è il caso di chi si prende il permesso per andare al mare, per andare in palestra o dall’estetista così come chi abusa di questi benefici per svolgere un secondo lavoro. È questo il motivo per cui viene ingaggiato l’investigatore privato, la sola figura in grado di poter chiarire la condotta del lavoratore e supportare il datore di lavoro nella gestione di questa scomoda situazione.
Si sconsiglia di seguire per conto proprio un lavoratore o di dare vita ad indagini fai da te per non ledere la privacy altrui e, soprattutto, passare automaticamente dalla parte del torto.